Bianchello del Metauro
RIFERIMENTI STORICI GEOGRAFICI
Nella vallata del Metauro si diffuse e si impose sin dal 500 a.C. un vitigno denominato Bianchello o Greco Bianchello o Biancame. Si legge in Tacito che il Bianchello fu la principale causa della sconfitta di Asdrubale nella famosa battaglia del Metauro. Si
narra, infatti che le truppe del generale cartaginese, nella calda estate dell’anno 207 a.C., ebbre per il vino tracannato in grande copia, furono sorprese dalle milizie romane di Claudio Nerone, Livio Salinatore e Porzio Licinio, mentre tentavano di guadagnare il fiume Metauro. Roma fu salva, dunque, per merito del Bianchello? Andiamoci piano, ma a parte le notizie storiche, aneddotiche, resta il fatto che il Bianchello sta oggi vivendo una felice stagione per la fama che merita come piacevolissimo completamento di pasti a base ittica. E’ il vino immortalato dalle descrizioni di “Frusaglia”, e di tanti altri libri ambientati nel Pesarese. Oggi il Bianchello viene anche servito come aperitivo. Interessa il bacino imbrifero del fiume Metauro in provincia di Pesaro-Urbino. Le pendici esposte a Sud e Sud-Ovest nelle medie e basse colline che dai contrafforti appenninici digradano al mare sono le più vocate alla coltivazione di questo vitigno. In totale sono compresi nelle zona DOC 18 comuni.
ABBINAMENTO CON I CIBI
E’ il vino dei giovani, brioso, salutare, esige compagnia, genera amicizia, scarica la fatica psico-fisica. Un sorriso appaga come nessuna bevanda. Predilige molluschi, crostacei e pesci a tendenza dolce, vivi o in delicate cotture marinaresche. Esiste un rapporto armonico fra alcuni menù di pesce e la vivacità del Bianchello. Le sfumature fra il paglia e il verde, il corpo delicato che dall’impatto morbido volge al secco con stimoli freschissimi e netti, esaltano il gusto e la fragranza salsoiodica del pescato vivo. Ottimi gli abbinamenti con Nasello, Passera, Melù ecc…, bolliti o passati sulla brace, appena umettati di olio extra-vergine del luogo (Cartoceto). Si accosta bene con piatti semplici di carni bianche a tendenza dolce (petto di pollo, coniglio ecc.), con minestre, con risi o paste, anche asciutte, delicatamente condite.
VITIGNI
Il “Bianchello”, “Biancame” o “Greco di Bianchello” sono nomi e sinonimi più frequentemente usati per indicare il vitigno da cui deriva l’omonimo vino. Possono concorrere alla sua produzione uve della varietà Malvasia Toscana fino ad un massimo del 5%.
CARATTERI ORGANOLETTICI
ASPETTO: Giallo paglierino, di frequente scarico, con sfumature verdi. La freschezza (acidità) e la vivacità (anidride carbonica) del primo periodo accentuano visibilmente la trasparenza e i riflessi avvincenti.
PROFUMO: Tenue e delicato, abbastanza persistente. Ricorda frutta fresca (pomacee) e fiori bianchi primaverili (pesco e biancospino).
GUSTO: Secco, molto fresco, armonico, gradevole e delicatissima percezione alcolica.
GRADAZIONE ALCOLICA: complessiva minima 11,5° C.
ACIDITA’ TOTALE: Dal 5,5 all’8 per mille.
ESTRATTO SECCO: dal 16 al 24 per mille.
ETA’ OTTIMALE
Bevuto giovane, entro il primo anno, esprime al meglio la sua freschezza e fragranza. Regge bene, a seconda delle annate e delle selezioni, anche un moderato invecchiamento (1-2 anni). In tal caso il vino esprime anche la sua sapidità e maturità.
CALICE E SERVIZIO
Un calice sottile, incolore, slanciato, accresce la vivace luminosità del vino, valorizza in pieno la sottile freschezza ed i sentori di fruttato. Il bicchiere, riempito solo a metà, consente di afferrare la ricchezza degli umori. E’ ottimo e stimolante aperitivo a 6°-7° C. Ai pasti va servito normalmente a 9°-10° C.