Falerio dei colli ascolani

Falerio dei Colli Ascolani


RIFERIMENTI STORICI GEOGRAFICI
CARFALERIONella provincia picena la coltivazione della vite risale a tempi remoti: secondo alcuni studiosi essa è anteriore alla conquista romana. La leg
ge Giulia nel 92 a.C. espropriò del territorio agricolo le popolazioni della valle del fiume Tenna. I veterani delle regioni di Cesare che vi si insediarono trovarono in tale area viti allevate con tecnica simile all’Etrusca. Al Centro delle vie per “Asculum”, e “Firmum” era proprio situata “Faleria Augusta”, opulenta città cuore della produzione di ottime uve tributaria all’annona di Roma per vino, grano, olio. Del Falerio è assai importante, secondo gli enologi, l’equilibrio. Qualcuno lo definisce una via di mezzo tra Verdicchio e Bianchello, ovviamente sul piano delle qualità organolettiche. Il disciplinare attribuisce al Trebbiano (in misura rilevante) la forza di questo vino, chiamando altri importanti vitigni (Pecorino, Passerina, Malvasia Toscana, Verdicchio, Pinot Bianco) a concorrere per una quota più modesta. La zona di produzione è compresa nel territorio collinare della provincia di Ascoli, con esclusione della fascia alto collinare, montana e dei fondovalle. Questa zona, lambisce la provincia di macerata, fino a raggiungere il mare.
ABBINAMENTO CON I CIBI
Aperitivo stimolante a 8°C. Suadente con la fragranza salsoiodica di molluschi bivalvi vivi, di crostacei e cefalopodi al vapore. Il gusto muschiato del “Moscardino” (piccolo polipo bianco) cotto nel chiuso di una pentola senza acqua ne condimento, emerge con la freschezza del Falerio. Impreziosisce la diafana “canocchia” (squilla mantis) scottata insieme a due foglie di alloro come usavano fare i pescatori sulle barche a vela. A 10° C. il Falerio offre un delizioso connubio al complesso gusto delle olive verdi “Tenera Ascolana” saporosamente farcite, appena fritte. Va bene con cotture e condimenti semplici di animali di bassa corte, con sformati di verdure e di ortaggi a tendenza dolce. A 12° C. assume sufficiente morbidezza per accostarsi a formaggi teneri, semigrassi, con moderata acidità.
VITIGNI
trebbiano_toscanoIl “Falerio” è ottenuto prevalentemente da uve Trebbiano provenienti dagli ambienti pedoclimatici migliori del territorio piceno. Da qualche tempo si stanno reintegrando negli impianti iscritti all’albo vitigni autoctoni per offrire un carattere più prossimo alla tipologia ricordata nelle antiche memorie. L’uvaggio è composto dall’80% massimo di Trebbiano Toscano, cui si aggiunge un 25% massimo di uve dei vitigni autoctoni Pecorino e Passerina, oltre a Verdicchio, Pino Bianco e Malvasia Toscana che non può superare il 7%.
CARATTERI ORGANOLETTICI
ASPETTO: Giallo paglierino tenue. Quando si anticipa la vendemmia per ottenere vino particolarmente fresco di profumi e vivace acidità si notano sfumature a tendenza verde.
PROFUMO: Fresco di pomacee verdi e fiori pallidi (Biancospino, Acacia, Pesco, ecc.)
GUSTO: Morbido al primo incontro, volge al secco esaltato da fresca e stimolante acidità in equilibrio con gli alcoli. L’insieme olfativo-saporifico-tattile soavemente si dilegua fra sottili, gradite percezioni pseudodolci ed amare.
GRADAZIONE ALCOLICA: complessiva minima 11,5° C.
ACIDITA’ TOTALE: minimo 5 per mille.
ESTRATTO SECCO: 16 per mille.
ETA’ OTTIMALE
E’ vino da bere giovane, preferibilmente entro il primo anno di vita. Nelle esposizioni più vocate del territorio e nelle annate migliori il vino esprime caratteri strutturali e di serbevolezza molto importanti che si protraggono anche oltre 24 mesi.
CALICE E SERVIZIO
Questo vino necessita di un calice di vino di media ampiezza, rastremato al bordo per convogliare i profumi primari ad una temperatura fra i 14° e i 16° C. Intorno al terzo anno di maturazione richiede un calice sferoidale affinché raccolga e concentri le sottili emanazioni eteree. Và offerto a 18° C. e più a seconda del piatto e della stagione.