Federico II di Svevia
Imperatore,
Jesi 26/12/1194 – Castel di Fiorentino in Puglia 13/12/1250
Figlio di Enrico VI di Hohenstaufen e di Costanza d’Altavilla, a tre anni rimase orfano di padre, facendo si che il Regno di Sicilia venne affidato a Costanza d’Altavilla fino alla sua morte nel 1198 nello stesso anno in cui divenne Papa Innocenzo III che, pur essendo tutore di Federico II, tentò di contrastarlo a suo favore.
Dopo 8 anni di contrasti tra papato e impero il Papa riuscì a farsi consegnare Federico II che a soli 14 anni, proclamatosi maggiorenne, sposò Costanza d’Aragona e a seguito di una tempesta politica che portò alla scomunica di Ottone IV di Baviere, fu fatto Re di Sicilia prima e imperatore dopo la sconfitta di Ottone da parte di Filippo Augusto di Francia.
A 20 anni, liberato della tutela del Papa morto nel 1216, era re di Germania, Sicilia e Puglia e poté muoversi politicamente a sua libera interpretazione creandosi in breve tempo una vasta cultura linguistica e classica.
Riordinò subito il Regno di Sicilia a lui prediletto, elesse suo figlio Enrico Re dei Romani, nel 1220 si fece incoronare ufficialmente imperatore a San Pietro.
Con la morte di Onorio III gli succedette Gregorio IX con il quale si scontrò a causa della crociata alla quale partecipò nel 1227 ma dalla quale ritornò anzitempo a causa di un’epidemia, per la quale venne scomunicato e perseguitato dal Papa che temeva la sua crescente popolarità e potenza. Per questo Federico II ripartì per Gerusalemme conquistandola pacificamente.
Approfittando della sua partenza il Papa conquistò i suoi possedimenti in Sicilia e Puglia ma al suo rientro fu costretto a restituirgli tutto e a firmare, nel 1230, la pace in favore dell’imperatore. Più tardi la guerra tra i due si riaprì più aspra di prima. Durante la guerra riuscì ad accresce la sua fama di sovrano illuminato.
Venne scomunicato nuovamente da Gregorio IX al quale succedette Innocenzo IV che ribadì la scomunica e bandì una crociata contro di lui da parte di tutti i popoli cristiani. Dopo incredibili lotte nel 1250 Federico II morì.
La sua figura rimane una delle più importanti della storia e di lui si ricorda il merito di aver riunito le culture di tre civiltà quali quella normanna, araba e greco-latina.
Rese Palermo la culla della intellettuale d’Italia, fondò la famosa scuola poetica siciliana di ispirazione provenzale, fondò l’università di Napoli e incrementò la scuola medica salernitana.
Favorì gli studi scientifici e fu anche scrittore.
Questa ricetta è il simbolo dell’unione gastronomica dei popoli del nord con quelli del bacino del Mediterraneo, che da almeno 1000 anni, in particolari cerimonie, usano cibarsi insieme di riso cotto nel latte e insaporito con mandorle.
Un’unione simbolica tra nord e sud Europa, tanto ricercata ed agognata dal nostro imperatore Federico II.
Riso al latte e mandorle |
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CHEF DI CUCINA: F.G.per Marchenet |
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REALIZZAZIONE: Riso al latte e mandorle |
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Numero delle porzioni:4 |
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INGREDIENTI |
U.M. |
Q.ta |
LatteRiso (già cotto 12 minuti in acqua e poco sale)Zucchero (o miele)BurroMandorle (scottate e pelate) |
lgr.gr.gr.gr. |
1200602550 |
METODO DI LAVORAZIONE |
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1 – Cuocere il riso, piuttosto al dente, nell’acqualeggermente salata;2 – Scottare le mandorle in abbondante acqua pocosalata, scolare e togliere la buccia; cuocere per 10 minuti nel latte tiepido;3 – Scolare le mandorle e aggiungere lo zucchero nel latte tiepido sciogliendolo bene;4 - Tritare le mandorle cotte;5 – Finire di cuocere a bassa temperatura il riso con il latte addolcito, avendo l’accortezza, 3 minuti prima, di aggiungere il trito di mandorle al
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Utensili: Secchiello, Casseruola, Pentolino, Cucchiaio di legno, Scolapasta, Stampo ad anello, Spatola, Cucchiaio, Mestolo. |
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Presentazopme: Possibile decorare con visciole o ciliege cotte nel vino rosso o ciliegine o petali di rosa canditi versati all’interno del cerchio di riso con una leggera salsina di cottura delle ciliege |
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Grado di difficoltà:(se si acquista la carne già pronta e pulita dal macellaio) |