Posted by: marchenet
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I Vini
Verdicchio dei Castelli di Jesi
RIFERIMENTI STORICI GEOGRAFICI
l verdicchio ha ormai un ruolo consacrato. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi, rispetto al tipo “Classico”, non presenta variazioni nella composizione, nel colore, nella gradazione alcolica. La diversità stà essenzialmente nel comprensorio geografico che, rispetto a quello “classico”, è situato più a Nord. Ed è chiaro che anche la natura dei terreni, il microclima e l’insolazione possono produrre, come di fatto producono, talune diversità nel gusto. Qualche scrittore, riferendosi al Verdicchio, sostiene che questo nome sarebbe addirittura più famoso di quello delle Marche. Un grande ambasciatore che come tale può e deve essere usato: il Verdicchio, come i tartufi di Acqualagna, e Sant’Angelo in Vado, come le olive ripiene di Ascoli, come il brodetto di tutta la costa, come lo stoccafisso di Ancona. L’uva Verdicchio è autoctona delle Marche centrali: non ci sono altre regioni dove crescano uguali o sorelle. Oltre ai tradizionali “Castelli di Jesi” e “Classico” e anche “Spumante”, nel disciplinare del ’95 sono stati introdotti: il “Riserva”, il “Classico Riserva”, il “Classico Superiore”, il “Passito”. Interessa la maggior parte del territorio collinare della provincia di Ancona con fulcro nei castelli di Jesi, estendendosi fino alle valli del Misa e Nevola, includendo parte dei comuni di Ostra e Senigallia. La denominazione di “Classico” viene riservata al Verdicchio prodotto nella zona originaria, quella bagnata dal fiume Esino. Rientrano altresì in tale zona limitati territori della provincia di Macerata.
ABBINAMENTO CON I CIBI
I vini che vanno ad arricchire i capostipiti “Castelli di Jesi” e “Classico” consentono una vasta gamma di armonie e conseguentemente di abbinamenti, raramente riscontrabili in un vino giallo. Si può affermare che tutti i piatti della cucina mediterranea trovano soddisfazione dall’accostamento con uno dei “Verdicchi”: antipasti, carni bianche, più o meno elaborate, carni bollite, funghi, tartufi, fritti di verdure. Per questi gioielli naturalmente, l’abbinamento tradizionale non viene messo in discussione: con il pesce i crostacei, i molluschi, vi è lo “sposalizio” d’elezione. Buono anche con le ricette più elaborate, che richiedono un vino di forte personalità.
VITIGNI
Si ottiene con uve del vitigno Verdicchio, una varietà autoctona, che esprime solo nelle assolate colline dello Jesino le sue caratteristiche migliori. E’ consentito l’impiego delle uve proveniente dai vitigni Trebbiano Toscano e Malvasia Toscana in misura non superiore al 15%.
CARATTERI ORGANOLETTICI
ASPETTO: Giallo paglierino, appena pronto può presentare sfumature tendenti al verde, che volgono al dorato con la maturazione. PROFUMO: Caratteristico, persistente fruttato-floreale, sentore di mandorle amare. GUSTO: Secco, fresco e morbido, ripropone persistenti e intense emanazioni fruttato-floreali (pesco e mandorlo). Netta e piacevole tendenza amara in equilibrio con morbide calde percezioni pseudo termiche. Fine, elegante, unico. GRADAZIONE ALCOLICA: complessiva minima “Castelli di Jesi” e “Classico”: 10,5° C “Riserva”, “Classico Superiore” e “Classico Riserva”:11,5° C. “Passito”: 14° C ESTRATTO SECCO: 16-17 per mille minimo
ETA’ OTTIMALE
Và bevuto giovane. Vini provenienti dalle zone più soleggiate e ventilate, tutt’altro che rari, hanno maggiore longevità e più carattere: si conservano bene per 2 ed addirittura 3 anni.
CALICE E SERVIZIO
Il calice a forma semiovoidale allungato verso il bordo sottilissimo, incolore, a stelo slanciato, consente di esprimere al meglio profumi (di frutta e di fiori) del vino, presenti in gioventù. Và servito ad una temperatura di 10°-12° C. Se degustato come aperitivo la temperatura ottimale è di 8°-10° C.
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